Chiamatela ciambella di salvataggio, se volete. O appiglio. Ancor meglio, ultima chance. Ma la notizia che un grande gruppo industriale del paese potrebbe essere interessato allo stabilimento che fu della Fiat a Termini Imerese è l’ultima sorpresa del 2019, al termine di un anno che di fatto ha certificato il fallimento del progetto di rilancio dello stabilimento da parte della Blutec finita in un guazzabuglio di guai giudiziari. Un filo di speranza per un’area industriale da mezzo milione di metri quadrati che sembra destinata alla desertificazione. L’annuncio lo ha fatto qualche settimana fa il presidente dell’Autorità di sistema dei porti della Sicilia occidentale Pasqualino Monti: «Ci sono colloqui in corso con un grande gruppo industriale per riavviare la produzione nell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Stiamo lavorando insieme all’amministrazione giudiziaria della Blutec. E stiamo lavorando sul porto di Termini che contribuirà a rendere l’area più competitiva».
Una strategia in due mosse, dunque, che fa capo all’Autorità di sistema dei porti: da un lato le opere per rendere il porto di Termini più competitivo e sicuro, dall’altro un lavoro diplomatico per attrarre nuovi investimenti. «Termini Imerese è bloccato – dice Monti -. Mi sono impegnato per l’area industriale di Termini che non è di mia competenza: ci sto mettendo la faccia io nonostante l’area non sia mia. Intanto sul versante del porto stiamo lavorando: in due anni abbiamo fatto il molo di sopraflutto, ora stiamo facendo il molo di sottoflutto perché il porto di Termini non ha protezioni quindi si insabbia. Abbiamo preso i soldi per il dragaggio, 40 milioni, e a gennaio facciamo la gara d’appalto. Adesso diventerà un’infrastruttura portuale a tutti gli effetti». Un porto strategico che aspettava da anni questi interventi: «Termini è un’arteria fondamentale per lo smistamento delle merci poi chiaramente ha anche una vocazione alle crociere, gli armatori con cui abbiamo fatto un accordo per Palermo si sono impegnati a portare navi anche a Termini Imerese – dice ancora Monti -: i territori devono capire che il trasferimento di merci è un trasferimento di ricchezza non è un trasferimento di problemi. È una struttura fantastica sotto questo punto di vista: alle sue spalle deve recuperare la sua area perché se produce ha un porto dove può imbarcare le merci e perde quel costo aggiuntivo che è il trasporto su un altro porto». Ed è anche ovvio che per Termini Imerese tanti benefici potranno arrivare dall’istituzione delle Zes, una volta che saranno istituite: «ma è questione di poco – spiegano dalla Regione-. Siamo fiduciosi».